Elaborazione grafica liberamente interpretata, secondo le informazioni rilevate.
E’ difficile, giudicando
l’aspetto odierno dell’edificio , poter credere che ci si trovi di fronte ad un
luogo di culto conosciuto sin dal 1225.
Eppure percorrendo via Maggiora in direzione Vergano, appena passato l'incrocio stradale che va verso la frazione di Santa Croce, si fatica a riconoscere l'oratorio di San Martino ormai inglobato nel contesto urbano e purtroppo accostato ad un altro fabbricato, che ne nasconde le fattezze. Nella elaborazione presentata, ho cercato di simulare come era quest'oratorio nel tempo, partendo dalle informazioni lette sui libri e sui documenti delle visite pastorali del Taverna, Tornielli, Bascapé.
Il
1225 è citato in un documento del notaio Giovanni da Veruno,
nel quale è precisato che davanti alla chiesa era posto un termine che segnava i
confini tra la pieve di Gozzano (Gaudianum) e la pieve di Cureggio (Quiregium). Da antichi rilievi, si
può stabilire che la chiesa era costituita da un’aula semplice, coperta dal
tetto in legno, con abside semicircolare volta
ad oriente di 2,4 mt. L’ingresso laterale è murato in quanto è stato
addossato un fabbricato civile,lunga 8,2 mt, larga 4,8 mt ed un altezza di 5
mt
Poche tracce di affreschi
oggi visibili, datati sec.XIV , XV; sul fronte della via Maggiora si intuisce la
figura di San Martino che dona il mantello al povero.
Nella visita pastorale fatta dal Vescovo Antonio Tornieli l'8 maggio 1649 scriveva:
[Mons.
Antonio Tornielli] ha visitato l’oratorio di san Martino distante dal Borgo
mezzo miglio.
È
volto a oriente, isolato, intonacato all’interno con abside e pavimentato;
all’esterno si presenta grezzo.
Dopo
l’ultima visita fu riformato con l’apertura di finestre.
Ha
sulla facciata la porta ben chiusa.
Nessuna
campana.
Nessuna
bussola per le elemosine.
L’abside
è dipinto.
In
questo oratorio non si celebra.
Nessun
altare.
All’oratorio
è legato un beneficio semplice di cui al presente gode il sacerdote Giacomo
Francesco Vetius.
Non
ha redditi se non le elemosine, che il reverendo Vetius
ha annotato in un libro con 397 lire di entrata e 422 di spese.
Invece scrive Vincenzo De Vit nelle memorie storiche borgomaneresi (1880):
Questa è la chiesa di San Martino. Essa era l’antica Cappella o
parrocchiale del luogo di Vergano
in questi tempi pieve di Gozzano. Ad essa dovevano concorrere le
popolazione di Vergano Sotto, o più propriamente Cassinale di S.Stefano, che
oggidì forma parte del territorio di Borgomanero,
coi cassinali vicini. Con l’erezione della nuova chiesa, l’antica
rimase abbandonata sicché
poi venne assegnata al
territorio di Borgomanero probabilmente nel XIV secolo , ed eretta a Priorato,
chiamato dell’Elemosina di S. Martino.
Nel Cinquecento il clericato
di San Martino godeva di un reddito di
32 Libre che la comunità versava al chierico beneficiario dell’elemosina di San Martino, il quale
provvedeva , nel giorno della ricorrenza del Santo, a distribuire viveri alle
persone più indigenti , richiamando
attorno alla chiesa , i coloni a
festeggiare la fine lavori dei campi
assaggiando il vino appena
fermentato.
La chiesa oggi è in totale abbandono, chiusa al culto da decenni, e allo stato attuale delle cose non pare possibile un recupero.
Tratto da AA.VV. Un Borgofranco Novarese. Dalle origini al Medioevo
Successive visitavit oratorium campestre s.ti Martini, distans a Parochiali per milliare et ultra, ad orientem positum, insulatum, testudinatum, dealbatum et pavimentatum, cum ostio unico in fronte, vase aquae lustralis, et opportunis fenestris vitro et tela muniendis.
Altare insulatum, sed omnimodo suppellectile deficiens et sine lapide sacro, est sub fornice oratorij.
In hoc oratorio non celebratur; adest tamen beneficium simplex clericatus sub eiusdem titulo dedditus lib. 32 ex bonis in emphiteusim concessis Communitati dicti loci. Dictam summam lib. 32 solvendam quod possidetur a rev.do presbitero Iosepho Benigno de Burgomanerio.
Iconem format tabula sancti Martini Episcopi coronide lignea nigra circumornata.
Redditus nulli, neque elemosinae, neque campana.
Il titolare del Beneficio Chericato erretto in questo oratorio proveda in termine di sei mesi l’altare della suppellettile necessaria per la celebratione della S. Messa, come si faccia per il passato e ripari li altri bisogni della fabrica, e fenestre, e quando sia renitente, il Vicario Foraneo faccia sequestrare i frutti e con quelli proveda egli di mano in mano a quanto resta di sopra ordinato.
Trascrizione della visita pastorale del Vescovo Taverna del 1617. Per approfondimenti storici di Santo Stefano visitare www.varganbas.it