Dei delitti e delle pene.... di quei di Santo Stefano.


Tratto dal libro  "Ad banchum juris Burgi Maynerii: vicende giudiziarie dei secoli XV-XX"  di Piero Zanetta ,mi sono soffermato su alcuni casi riguardanti persone che avevano una connotazione locale e/o per cognomi propri della nostra frazione.Il  libro parla dell'amministrazione della giustizia in Burgi Maynerii dal 1500  a circa vent'anni or sono. Sono riportate statistiche e vicende di delitti compiuti e giudicati di cui ne riporto alcuni:

DELITTI

anno 1574 -G.Maria Fornaro  al quale fu rotto il fronte di notte  per uno che non si è venuto a chiarezza chi sia, per la qual rottura morse

anno 1575 Giudicato per Homicidio -Comino Zanetto  per haver  ferito Bedino di Ciresa  da Cressa il qual poi morse.

anno 1576 -Menghino Savojino ,Ant. suo figliollo  con altre qualche persone tutte di Vergano  per haver  assaltato  alla strada Messer Giulio  de Pellicciari con harme  d'hasta et archibusi da foco et gli spararono dietro due archibusate seguitandolo da sotto  la costa di Vergano sino al ponte dell'Agogna.

anno 1576- Bart. e Franc. de Duelle per aver datto delle pugne sopra al Cimitero sacrato ad Antonio Duelle (cimitero di Vergano)

Quaranta homini di Vergano per aver assaltato alla strata quattro Campari  et haverli  tolte certe bestie et volutoli amazarte con arme d'hasta et archibusi da focho.

Tra gli atti delle querele criminali del Pretore Bogino si trova un testimoniale di cadavere , redatto in data 14 aprile 1781 , in Maggiate:

Per ordine del Senato di procurare l'arresto di alcuni facinorosi, grassatori di questo Borgo, fra di essi Carlo Antonio Fornaro, fu tentato fin dall'estate per mezzo di spie ed aiuto del militare. Rifugiatosi nella fabbrica del Molinetto di Maggiate, fu rinvenuto, rinserrato in una camera superiore , da cui faceva partire colpi di arma da fuoco. Accerchiato e preso sotto tiro delle armi fu ucciso, senza poter riscontrare dal quale militare. Fu ritrovato disteso sul suolo di detta camera per terra il cadavere di un uomo, di statura piuttosto grande... vestito di un abito di panno ranetto, con gippone rosso, calzoni di doblé, calzette bianche e bottine da soldato sulle gambe, tutto intriso di sangue.

TORTURA

Anche nella revisione delle Costituzioni del 1770 vennero conservate numerose disposizioni che risalivano ormai al tempo del Medioevo e tra queste l'inquisizione per mezzo della tortura.La sua applicazione trovò largo impiego anche nei confronti di semplici indiziati, nel tentativo di scoprire i nomi dei mandanti, esecutori e loro complici.  La si praticava normalmente nel carcere del Borgo, sia con il sistema del Dado , che con la Corda. 

Venivano legate all'infelice le mani dietro la schiena con una fune che passava per una carrucola infissa nel soffitto, e si sospendeva in aria il torturato affinché rispondeva all'interrogatorio; poi veniva fatto cadere pesantemente,dandogli quei temuti tratti; ed era lecito eseguire l'esperimento per tre volte a distanza di 10 minuti.

 

 

La tortura della fune era chiamata anche  La Strappata .Una delle più comuni e anche una delle tecniche più facili. L'accusato veniva legato con le mani dietro la schiena ad una fune e issato su una sorta di carrucola. L'esecutore faceva il resto tirando e lasciando di colpo la corda e slogando, così, le articolazioni.

 

 

Il 9 luglio 1781 fu verbalizzato il seguente atto di tortura contro il detenuto Giovanni Gioria, del cantone di Santo Stefano, indiziato del furto di una cassa contenente danari e lingerie in casa di Giulia Fornara. Costui aveva precedenti penali , e dovuto servire per remigante forzato sovra le Galere di S.R.M, per sette anni continui; ma protestò la propria innocenza, fornendo il nome di due esecutori del furto. Fattolo inginocchiare, gli venne letta la sentenza, e poi chiamato il chirurgo Beltrami , acciò venghi riconosciuto capace a sostenere il tormento della fune.

Ricevutane favorevole conferma ,l 'interrogatorio riprese:

D- Chi avesse per compagni oltre li sudetti quando ha trasportato la cassetta in una pezza di campo vicino alla casa della derubata vedova.

R- Io non ho portato ne preso la cassetta che V.S. mi interroga, perchè il tutto si è operato dai predetti Fornari, non aveva perciò niun altro compagno nel fatto che mi viene descritto nella lettami sentenza e condanna.

Qual negativa risposta attesa si è ordinato al Barigello(torturatore) , Carlo Prada di dover legare le braccia, come ha il medesimo obedito, previo nova monizione fatta al d. Gioria di dover dire la verità e notificare li complici, affine di non aggravare se stesso e rendersi spergiuro.

R- Torno a dire che io non ha  alcuno complice nel fatto che mi viene ascritto, anzi, pendente il furto io mi trovavo nanti la chiesa di Santo Stefano

Qual negativa risposta stante si è oerdinato al  Barigello di dover attaccare il Gioria alla fune,per disporlo e sollevarlo da terra come si è eseguito, indi si è del novo monito il d.Gioria, e si sono parimenti ripetuti li interrogatori e detto di nominare li complici nel di lui delitto , oltre alli già nominati  Fornaro.

 R- Torno a dire di non aver alcun complice nel d.fatto, salvo che  quando ho già detto, mentre dicendo diversamente agravarmi la mia propria coscienza.

Qual negativa stante si è ordinato al  Barigello alzare da terra colla fune suddetta il d.Gioria e così elevato dopo nova monizione fattagli di nominare li complici , per non rendersi spergiuro li medesimo

 R- Aiutto , Misericordia , non posso più reggere il tormento e non posso  nemmeno nominare alcun altro complice  perché  non evvi altra persona  quale io abbia concorso.

Quale persistenza attesa , si è ordinato al Barigello  di calare dalla fune d.Gioria  e slegargli le braccia , e quella riaggiustargliela come da eseguito.

L'imputato fu condannato ad un altro anno  di galera, previa l'esemplarità di esser condotto per i luoghi soliti  col remo in spalla. Al termine del testimoniale il segretario registrò la relazione del Barigello, il quale riferi:

aver, in sequito all'ordine di Sr. Giudice avuto questa mane come giorno di mercato , fatto passeggiare  per li luoghi soliti di questo Borgo col ramo in spalla il detenuto Gioria, precedenti il solito suono di campana nel maggior concorso del Popolo.

La passeggiata  consisteva in una forma di berlina praticata nel Borgo , facendo esporre il reo al ludibrio pubblico .



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