detti e proverbi dialettali


Elenco di detti,proverbi nel dialetto di Santo Stefano raccolti per ascolto orale e forniti da varie persone.

Se volete contribuire ad arricchire questa raccolta potete inviare per email a: info@varganbas.it oppure nei commenti.

-Al sciscioch al vén gröss e poi al vén pitu   

 Il fiume sizzone viene grosso (quando c’è tempesta)ma poi ritorna piccolo nella calma. Dopo ogni tempesta viene la quiete.

Chi  gà matai in dla cüna, a da zii nienti tacà n'zuna.   

Chi ha dei figli nella culla non deve criticare i figli degli altri.

-Tuti gli asci i ghoen na fich.

 Tutte le Spolette (asc=spoletta) hanno una fine. Prima o poi finirà.

-Sbàta via la mèl, par risparmiè la sal.

Butta via il miele per risparmiare il sale. Trattandosi di beni che una volta avevano pregio, equivale a dire “A volte si fanno delle scelte poco ponderate.
-A cul lì , né dighnu, né daghnu!! A quello lì  non dirgli niente e non dargli niente! Equivale dire Stai Lontano.

-Tuti  gli ùnzi  foech né la pesa .

 

 Ogni oncia (anche la più piccola) muove la bilancia.Anche un piccolo gesto muove degli equilibri esempio anche il più piccolo risparmio è sempre risparmio.

-Cui dal Gall  fò di ball, cui d'la galina jü 'n cantina.

I parenti del marito (Gal =gallo) fuori dalle scatole, i parenti della moglie (galina) invece ....

-S'al piova la duminca d'la rama d'uliva  al piova par set duminichi da fila.

   Se piove la domenica delle Palme , piove per sette settimane.!.
-L'è cum incensè n'asu.  E' come incensare un asino, equivale a dare ragione ad uno stupido.
-Chi tira la corda dal campanìch, al périsa  par al poech e par al vìch.  Chi suona le campane non muore di fame. Alludeva al fatto che una volta il campanaro o sacrestano (diciamo così) aveva sempre qualcosa da mangiare grazie alla sua posizione.
-A Nadal pass d'un Gall
Par San Stevu pass da un prevu
A Natale passo del gallo, a Santo Stefano passo del prete questo significa che dopo Natale le giornate iniziano ad allungare.
I'è santüi cumè i cavei ca ghéva 'n cò Le ha sentite (rimproveri) tanti quanti i capelli che ha in testa.  Ricevere molti rimproveri.

-Feghi dal bech a n'asu 'l disgüsta al Signor;

Fare del bene ad un asino disgusta anche il Signore, significa mirare gli sforzi per cose giuste.

-Quand la m.....  munta a scagn o la spüza o la fa dagn! Quando la c....  arriva al gradino (ceppo) o puzza o fa danni! Significa che di fronte ad un problema  se non viene risolto   c'è un danno. Quindi darsi da fare.
- A mezz' an, quoend al cü fa da scagn! A mezzo anno, quando il sedere fà da scalino. Riferito ai bambini  che a sei mesi riuscivano a stare seduti.
- An guà  nasi par vési Bisogna nascere ...per essere.. riferito a carattertische innate esempio Per essere furbi bisogna nascerci.
- Se al jounu al savesi, al vecc al pudesi Se il giovane sapesse(avesse la conoscenza) ... ed il vecchio potesse, riferito alla non sincronia della vita.Se il giovane avesse le conoscenze(esperienza) dei vecchi e i vecchi la possibilità dei giovani.."

- Col ch' al büta al risülta

Quello che mette, risulta! Significa che si ottiene per quanto si dà

-L'è nacc drumi povru e l'è disvigiasi scior

E' andato a dormire povero e si è svegliato ricco

-Se al cucù al coenta mia entru l' dì vot, o l'è mört o l'è cot!

Se il cucù non canta entro l'8 di aprile, o è morto o è cotto!! (morto comunque).

-Conti 'l sol sa basa, al pultroch sa maza!!

Quando il sole tramonta il fannullone comincia a lavorare. Si evidenzia la scarsa propensione del lavativo al sudore.

-Quoend al tuca as duora al nas e la buca!!

Quando ti tocca...si adopera il naso e la bocca. Significa che all'occorrenza di un evento (tuca) ci si rimbocca..le maniche!...

-Chi ga lingua in buca a Roma as và!

Con la lingua in bocca a Roma si va! Significa che quando non si conoscono le cose basta chiederle (usare la bocca per parlare)!

-Marzich marzot toentu lè al dì cumè la nocc

A marzo tanto dura il giorno come la notte

-La prümavera tardiva l'é mai falìa

La primavera in ritardo non ha mai fatto cilecca nei raccolti

-Ti ghéi pusé bali ti d'la müla dal vöscu

Hai più ..... frottole tu della mula del vescovo

-L'è la regula ch'la mantegna al cunvént

E' la morigeratezza che tiene in vita la famiglia

-Tei malaviu dal burdoch par mangè quai cos ad boch

Fingi di essere malato permangiare un cibo migliore

-Tra Marchich e Crusèt a ghè l'invernet

Tra san Marco e santa Croce tornerà l'inverno

-Salvè cravi e vörzi

Salvare capra e cavoli. Ottenere duplici risultati

-Fé l'pas lungh cumè la goemba

Fare il passo lungo come la gamba. Non fare oltre le proprie possibilità

-A sa sfoga tacà la sela e mia tacà 'l caval

Si sfoga con la sella e non con il cavallo. Si sfoga sul più debole quando non è possibile prendersela con il più forte..

-Pizè un cer a la Madona

Accendere un cero alla Madonna. Scampato pericolo

-Via al gat i balu i rat

Quando non c'è il gatto , i topo ballano. Quando non c'è il superiore i dipendenti se la spassano

-Quönd al menzà mal, al finisa pesc

Quando inizia male , finisce peggio!

-Sautè da 'n val a la curbèla

Saltare dal valglio alla cesta. Passare da un argomento all'altro senza collegamento

-Scirchè o truvè vuch cun'tal lantirnich

Cercare o trovare uno con il lanternino. cercare o aver trovato qualcosa di difficile.

-S' l'è mia Süpa l'è poech bagnà

Se non è zuppa è pan bagnato. I tutti i casi è la stessa cosa

-Tut cüi soch in pè, i podu cruè

Tutti quelli in piedi possono cadere. Nessuno è infallibile , tutti possono sbagliare

-Tuti i grop i vegn al pegnu

Tutti i nodi vengono al pettine

-Vardè da sbiès

Guardare di sbieco..Guardare torvo

-La gatta füriosa l'è facc i gatii uersci

La gatta furiosa , cioè senza pazienza ,ha partorito gattini sguerci(strabici)

-Al ris al nasa nl'acqua e l' mora 'n tal vich

Il riso nasce nell'acqua e muore nel vino. Viene cotto col vino per fare il risotto

-Lung cumè la fàm

Lungo come la fame. Un tempo si mangiava poco e la fame era tanta come l'attesa che fa aspettare qualche persona...

-L'è fürtünà cum un coech in gésa

E' fortunato come un cane in chiesa. Nel senso che è veramente sfortunato, perché anche in chiesa il cane viene cacciato!!

-Tampural ad la matic, a gà più nè co nè fic

Il temporale del mattino non ha un inizio nè una fine

-Ogni ùss a ghal sò stabùss

Ogni casa ha i propri problemi

-La Sônta Madalena la gron acqua ca la mena

Per Santa Maddalena la grande acqua che porta- Nel giorno del suo onomastico (22 luglio) piove in abbondanza

-L'invèr l'è mai mangià ad la gata

Anche se le giornate sono miti, l'inverno prima o poi si farà sentire

-Gnarà da sté bec ma da varì no

Verrà a star bene ma da guarire...proprio no. Lo si diceva alle persone che dicevano sproloqui.

-Lasà l'uss c'al bufà

Lascia aperta la porta, che entra il ricambio d'aria (bufà)

-Da chi l'aut agn la leuvra a g'ha dui agn

Da qui all'anno prossimo, la lepre avrà due anni. Lepre sinonomo di velocità, un anno vale due. Ma il detto è rimarcato per dire che non bisogna fare progetti veloci. Ogni cosa a suo tempo

-al và par garavuli

Va per maggiolini (garavuli). Modo di dire per una persona spensierata o fuori di testa. Il significato è da ricondurre al fatto che da bambini si correva dietro ai maggiolini per prenderli e fare le girandole con i fili d'erba. Quelle che sarebbero oggi le girandole.

-Fich a gh né ! Viva al Re! Quönd a gh'né pù, crepa l'asu ch'al ghé sù!

Finchè c'è né evvia il Re. Quando non c'è ne più morte all'asino del momento.

-Se a nadal al ciel l'é brut, a Son Stevu l'é bel tut

Se a natale il cielo è brutto, a Santo Stefano è bello tutto (giorno).

-Tampural cal vegn dla muntagna ciapa la sàpa e va in campagna, tampural cal vegn da Varzei, lasa la sàpa e varda i vidéi.

Se il temporale viene dalla montagna prendi la zappa e vai in campagna (non pioverà o passerà velocemente), se il temporale viene da Vercelli (dalla bassa) allora lascia la zappa e cura i vitelli.(non uscire perchè pioverà o dura a lungo)

-Tuti i robi i vegnua tai cumé gli ungi plu l'ai.

Tutte le cose arrivano al loro epilogo e questo è certo come è certo che tutti usano le unghie per sbucciare l'aglio. Una volta si tagliava l'aglio con le unghie delle dita